Per generazioni, la famiglia Montera ha solcato i mari, trovando in essi vita e avventura.
Oggi, Montera Raito rappresenta la metamorfosi di quella tradizione: da naviganti esperti ad attenti custodi di un angolo incantevole della Costiera Amalfitana, abbiamo trasformato Casa Ada e Casa Bettina in luoghi dove l'eredità marittima si intreccia con il calore dell'accoglienza domestica.
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Dal 2014, le nostre case offrono un porto sicuro ai viaggiatori e li invitano a essere parte della nostra storia, attraverso spazi che testimoniano un passato ancora vivido. Per noi l'ospitalità va oltre il servizio: è un patto che ci impegna a farvi sentire parte di una famiglia che sa ancora raccontarsi al ritmo delle onde e del vento.
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Casa Ada e Casa Bettina sorgono nel cuore di Raito, tra le vie incastonate di storie e il mare che dipinge il cielo di un blu profondo: il palcoscenico ideale per assaporare la vera essenza della Costiera Amalfitana.
Attraverso la cura dei dettagli e l’amore per i nostri territori, ci impegniamo perchè il vostro soggiorno sia un viaggio verso la scoperta: di paesaggi mozzafiato, incontri indimenticabili e, in un dolce ritorno, di un nuovo senso di sé.
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- Vincenzo Fiorillo -
La nostra storia
La storia della famiglia Montera inizia nel lontano 1718, quando, Pietro Montera, nativo delle Calabrie, unì il suo destino a quello di Chiara Della Monica di Benincasa, dando inizio a una discendenza che avrebbe lasciato una traccia indelebile in Vietri, Marina e, soprattutto, a Raito.
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Il ramo dei Montera di Raito (affettuosamente noti come i' Munter ) è legato alla figura di Vincenzo, un uomo di mare la cui vita prese una svolta decisiva quando decise di unirsi in matrimonio con Angelina Criscuolo. Questa donna di spiccato carisma e forte carattere fu il cardine attorno al quale ruotò l'educazione dei figli e la gestione delle sorti familiari.
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Giuseppe, suo figlio, fu il primo Montera a guadagnare il titolo di capitano marittimo per piccolo e medio cabotaggio. Gaetano, seguendo la scia paterna, consolidò nella prima metà del XX secolo il prestigio dei Montera nel settore marittimo, distinguendosi non solo in ambito armatoriale, ma anche per il suo contributo nelle diverse mansioni di equipaggio.
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Questa eredità marittima, con le sue trame di coraggio, sacrificio e scoperta, si intreccia ora con la tessitura dell’ospitalità di Montera Raito. I valori di resistenza, determinazione e accoglienza che hanno guidato i nostri antenati sui mari si riflettono oggi nell'arte di ospitare viaggiatori in cerca di un'esperienza autentica della Costiera Amalfitana.
Famiglia Montera
fine '800
Nonna Tina su "iola"
spiaggia di Marina d'Albori
Zia Angelina e mamma Maria Pina in visita al nonno Gaetano,
imbarcato come capitano sul match "Taitu"
bisnonno
Giuseppe
Nato a Vietri sul Mare il 9 Marzo 1872, Giuseppe Montera era destinato a seguire le onde tracciate dal padre Vincenzo e dagli zii, pionieri dell'armamento e del commercio navale, che con le loro imbarcazioni diffondevano il prestigio delle ceramiche vietresi fino alle sponde della Costa cilentana e oltre, verso la Sicilia.
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Giuseppe, che conobbe il sale marino e il rollio delle onde fin da bambino, a soli nove anni salì a bordo come garzone sotto l'ala protettiva del padre. Fu sul ponte di quelle navi che egli si formò, maturando sino al conseguimento della patente di "Padrone di mare". Più che un titolo, quella patente fu per lui un sigillo di maturità, facendolo diventare un pilastro per la seconda generazione di marinai e armatori della famiglia Montera.
il bisnonno Giuseppe Montera
"Padrone di Mare"
il bisnonno Giuseppe Montera
"Padrone di Mare"
nonno
Gaetano
Nato a Raito il 1° agosto 1915, Gaetano Montera ereditò la passione e la conoscenza del mare che scorreva nelle vene della famiglia. Completati gli studi superiori al Collegio "S.Tommaso d'Aquino" a Napoli, Gaetano fu presto iscritto nella matricola della gente di mare di Salerno, entrando ufficialmente nel mondo navigante il 15 giugno 1934 come mozzo.
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Gaetano salpò per la prima volta il 5 luglio dello stesso anno sulla Goletta "Sant'Antonio", nave armata dal padre Giuseppe e comandata da Antonio Erroia, di Marina di Vietri.
L'ambizione e la determinazione lo portarono, il 14 maggio 1937, a sostenere gli esami per il rango di "Padrone di mare" presso la Capitaneria di Porto di La Spezia. Con l'ottenimento della "Patente n.1" nel 1938, Gaetano consolidò il suo ruolo di custode della già prestigiosa eredità di navigazione dei Montera.
Libretto di matricolazione di Gaetano Montera
Salerno, 1934
Nell'aprile del 1939, la vita di nonno Gaetano prese una svolta decisiva quando lasciò il comando del "Sant'Antonio" per servire il suo paese a bordo del Regio Incrociatore "Muzio Attendolo". Come segnalatore sotto il Comandante Capitano di Vascello Francesco Mazzola, Gaetano mostrò il suo valore e ricevette due promozioni, guadagnandosi i gradi di Sottocapo e poi Sergente.
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La guerra pose delle sfide immani, ma al suo termine, dal marzo 1945, Gaetano non esitò a tornare in mare. Riprese il timone come Comandante, guidando navi di medio tonnellaggio attraverso le acque mediterranee. Il "Diana", il "Massimino Ciro", il "Masuccio Salernitano" divennero le sue nuove basi da cui esplorare, sperimentare e condurre, proseguendo la tradizione marittima dei Montera con la stessa audacia e dedizione dei suoi antenati.
Libretto personale di nonno Geatano
Regia Marina Militare
Foto ricordo del servizio di leva militare di nonno Gaetano
Incrociatore della R. M. "Muzio Attendolo"
Nonno Gaetano sull'incrociatore "Muzio Attendolo"
con grado e categoria di Sergente segnalatore
Nonno Gaetano con commilitoni sull'incrociatore "Muzio Attendolo"
1939-1940
Nel maggio del 1949, ottenne dalla Capitaneria di Porto di Salerno l'autorizzazione a solcare mari internazionali a bordo di navi straniere e italiane in navigazione estera. Questo nuovo capitolo della sua vita marittima lo portò a salpare verso orizzonti ancora più vasti, entrando a far parte della rinomata "Compagnia Fratelli D'Amico".
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Assumendo alternativamente i ruoli di Primo e Secondo Ufficiale, Gaetano navigò attraverso le rotte oceaniche, comandando navi di imponente stazza, principalmente gassiere e petroliere tra cui il "Paestum", il "Glen I", la "Maria Dolores" e la "Mina D'Amico".
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Tra il 1959 e il 1961 due importanti interventi chirurgici lo costrinsero a lasciare temporaneamente le rotte oceaniche. Ma il mare era la sua casa, e, non appena possibile, riprese il comando, questa volta lungo le più tranquille rotte mediterranee. In questo periodo, le motonavi "Algoiola" e "Carlo Zeno" furono testimoni della sua resilienza e del suo inalterato amore per la navigazione.
Nonno Geatano in navigazione
anni '50
Nonno Geatano in navigazione
anni '50
La carriera di Gaetano Montera si concluse con un'ultima e prestigiosa esperienza. Il 30 maggio 1963, gli venne proposto di capitanare il panfilo "Taitù", degli armatori Fratelli D'Amico e del Conte Enrico Marone Cinzano, titolare dell'omonima casa produttrice di liquori torinese.
Sotto la bandiera panamense, il "Taitù" era pronto a veleggiare per una lunga crociera nel Mediterraneo, un'esperienza che prometteva di essere tanto esclusiva quanto emozionante.
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Fu questa tranquilla e onorata navigazione a segnare l'epilogo di tre decenni vissuti in simbiosi con il mare.
Una conclusione non solo di un capitolo professionale ma anche di un'era, quella di una vita, in cui il mare era stato maestro, compagno e destino.
Nonno Geatano al timone
panfilo "Taitù"
imbarcazioni
MONTERA
Negli anni tumultuosi che seguirono la crisi economica globale del 1929, la famiglia Montera intraprese un atto di fede nei confronti delle proprie radici marinare, acquisendo e restaurando il "Sant'Antonio".
Questa imbarcazione, simbolo di resilienza e dedizione al mare, divenne un pilastro per il commercio e il trasporto marittimo, fino alla sua vendita nel 1942 agli armatori Fratelli D'Amico, una mossa che segnava un'evoluzione nella storia armatoriale della famiglia.
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Tra i documenti d'archivio dei Montera, emerge un affresco dell'epoca: pagine ingiallite di diari di bordo, calcoli nautici per determinare il punto nave, rotte meticolosamente tracciate per itinerari commerciali vitali, contratti di affitto e polizze di carico, che portano le firme dei capitani del "Sant'Antonio" - Gaetano Montera e Antonio Erroia.
Nave Mercantile Sant'Antonio
armatori Montera - Erroia, porto di Salerno
Indice grafico portolano del Mediterraneo
Inizio '900
veliero
Ada
La storia marittima dei Montera è intessuta di audacia e intuizioni, come dimostra il ritorno in Italia dei fratelli di bisnonno Giuseppe, Giovanni e Francesco dagli Stati Uniti. Dopo aver accumulato un buon risparmio, decisero di investire il loro guadagno nell'ambito che meglio conoscevano: il mare.
Assieme al padre Vincenzo, già navigato in mare, e altri membri della famiglia, intrapresero l'acquisto del bastimento "Ada".
Costruito nel 1893, l' "Ada" era un veliero di 178 tonnellate lorda e fu acquistato a Castellammare nel 1907 per l'imponente cifra di 26.000 lire. Questo investimento vedeva una distribuzione di quote all'interno del nucleo familiare: Giovanni e Francesco con 8 carati ciascuno, Giuseppe 4, Gaetano e Teresa con 2 carati.
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Per sedici anni, "Ada" solcò i mari sotto la guida del capitano Giuseppe Montera e il suo equipaggio: il nostromo e quattro marinai, la cui dedizione era remunerata non solo con una quota degli utili ma anche con un "vittimo" quotidiano di 1,5 lire.
Nel 1923, segnando la fine di un'epoca, il veliero fu ceduto per 77.500 lire, una cifra che rifletteva il suo valore non solo economico ma anche storico e sentimentale per la famiglia Montera.
Nave mercantile veliero Ada
armatori famiglia Montera
piroscafo
Bettina
La vendita del veliero "Ada" segnò per i Montera non un addio al mare, ma un nuovo capitolo nella loro avventura marittima. Con lo sguardo sempre rivolto all'orizzonte, nel 1923 la famiglia investì nelle potenzialità di un piroscafo da carico, conosciuto come "carretta", a cui diedero il nome "Bettina". Giuseppe Montera, che già aveva comandato il veliero precedente, fu nuovamente designato al timone di questa nuova imbarcazione.
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Con il trascorrere degli anni e l'avvicendarsi delle sfide economiche, nel 1929, i Montera e altri soci rafforzarono la loro flotta con l'acquisto del "Renzo", un piroscafo di maggiore stazza. Per onorare la memoria e il lavoro pionieristico del loro genitore nel settore armatoriale, ribattezzarono questa imponente nave come "Vincenzo Montera".
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Le rotte dei piroscafi "Bettina" e "Vincenzo Montera" intrecciavano i porti del Mediterraneo, toccando mete come Salerno, Napoli, Bagnoli, e l'esotica Tunisi, fino alle più lontane Venezia, Chioggia e Fiume, passando per Brindisi e le rotte siciliane.
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Ogni porto raccontava una storia, ogni viaggio segnava la trama di un legame profondo tra la famiglia Montera e i misteriosi sentieri del mare.
Piroscafo Bettina
armatori famiglia Montera
Da questa storia di intraprendenza di tre generazioni, che sul mare hanno speso una vita, nasce una solidità economica e di valori condivisi che oggi consente a me Vincenzo Fiorillo, figlio di Maria Giuseppina Montera e Mario Fiorillo, di gestire e valorizzare il patrimonio familiare.
Casa Ada e Casa Bettina, sono un tributo alla memoria e allo spirito delle due navi che un tempo solcavano i mari sotto la guida dei naviganti Montera. Ristrutturate con una dedizione assoluta al rispetto delle tradizioni e all'integrità architettonica, queste case rappresentano più di un semplice luogo di dimora: sono il ponte tra il passato glorioso di coraggiose traversate oceaniche e l'ospitalità contemporanea.
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Dopo oltre un secolo continuano a guardare al mare.
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E di nuovo, ma in modo diverso, aprono la nostra famiglia al mondo.