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Raito

un gioiello alle porte della Costiera Amalfitana

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Il borgo

Nascosto tra i colori e le sinfonie naturali dei Monti Lattari, Raito si propone come gioiello iniziale della celebre Costiera Amalfitana. Posizionato strategicamente a sud-est, il borgo di Vietri Sul Mare offre una veduta panoramica sulle acque cristalline del Golfo di Salerno, catturando momenti di pura meraviglia.

Luminoso e vivace, il borgo è un caleidoscopio di colori: le abitazioni di Raito, baciate dalla luce solare e annidate tra la vegetazione lussureggiante dei monti e l'azzurro profondo del mare, offrono spaccati unici che rimangono impressi nella memoria. Questi scorci, apprezzabili sia da terra che dal mare, sono il preludio ideale all'affascinante sequenza di bellezze che solo la Costiera Amalfitana può offrire. 

Il rapporto indissolubile con il mare emerge nelle vie di Raito, dove la storia e la cultura marittima si intrecciano con la vita quotidiana. Il culto mariano è fortemente radicato nella comunità, come dimostra la venerazione per la Vergine Mater Divine Gratiae nella chiesa parrocchiale, che testimonia la fede e la devozione dei marittimi locali.

La chiesa della Madonna delle Grazie

La chiesa di S. Maria delle Grazie, caratterizzata da una pianta longitudinale a croce latina, è un compendio di fede e arte, risalente al 1540. La struttura si compone di tre navate e un transetto, con accessi sia nella navata centrale che nella laterale destra. Attraverso il portale principale, incorniciato da raffinati pannelli in ceramica policroma raffiguranti i Santi Pietro e Paolo, si accede a un vestibolo che precede l'imponente navata centrale, sormontata da una cantoria.

I fedeli possono anche entrare attraverso un portale minore, che immette direttamente nella navata laterale destra. Le navate, delineate da setti murari e pilastri compositi, conducono verso uno spazio quadrangolare sotto la cupola principale, culminando in un'abside profonda dove troneggia l'altare preconciliare.

La facciata della chiesa è un esempio affascinante di eclettismo architettonico, con un corpo principale in stile neoclassico, e un secondo corpo che mostra un distinto portale minore in corrispondenza della navata destra. La statua della Vergine, posizionata in una nicchia ornata, domina l'ordine superiore della facciata, mentre la decorazione esterna sfoggia elementi geometrici e floreali, in perfetta sintonia con l'interno barocco-neoclassico della chiesa.

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La copertura interna spicca per una volta a botte decorata nella navata centrale e volte a vela nelle laterali. Una cupola emisferica, sostenuta da un tamburo finestrato, caratterizza il transetto, mentre l'abside è coperta da una minore cupola a sesto ribassato. Esternamente, la protezione è affidata a tetti lignei inclinati e tegole di laterizio, con la cupola principale impreziosita da un battuto di calce.

All'interno, il marmo è protagonista del pavimento, con le sue venature che definiscono gli spazi e guidano lo sguardo lungo l'asse centrale della navata. L'elemento decorativo, sia pittorico che in stucco, abbellisce l'interno, esaltando le volte, le cupole, e le pareti con motivi floreali e geometrici, specialmente vicino alla cappella del Carmine nella navata sinistra.

La sacrestia, rettangolare e coperta da una volta a botte, si raggiunge dalla navata destra. Essa conserva gli ex-voto e la venerata statua della Madonna delle Grazie, creata da Verzillo nel 1817.

Sul lato sinistro della facciata, il campanile si eleva accanto alla casa parrocchiale, con una guglia piramidale che corona la sua struttura.

Infine, la cripta, ricca di affreschi e stucchi, rappresenta un santuario sotterraneo di meditazione e preghiera, accessibile dalla navata sinistra e ulteriormente ampliata da un ambiente aggiuntivo, che sottolinea l'importanza storica e spirituale di questo spazio sacro.

Villa Guariglia

Villa Guariglia, è un gioiello architettonico ricco di storia e bellezza. Questo palazzo storico non è solo un monumento ma un vero e proprio simbolo, intrecciato strettamente con la vita del suo illustre proprietario, Raffaele Guariglia. Ambasciatore d'Italia, membro dell'Ordine di Malta e Ministro degli Esteri nel governo Badoglio, Guariglia lasciò in eredità questo gioiello architettonico all'Amministrazione Provinciale di Salerno con l'intenzione di trasformarlo in un centro di studi dedicato alla sua memoria. L'ambizioso desiderio di Guariglia era che il Centro promuovesse la conoscenza approfondita della storia e delle civiltà che si sono avvicendate nella regione, dalla protostoria ai giorni nostri.

Dopo il decesso dell'ambasciatore nel 1970, il Centro Studi "Raffaele Guariglia" ha attirato illustri studiosi come Raffaele Cantarella e Giovanni Pugliese Carratelli, tra gli altri, continuando la missione culturale voluta dal suo fondatore. L'edificio stesso, con il suo lussuoso arredamento e i preziosi oggetti d'arte che lo decorano, è rimasto immutato da quando Guariglia vi abitò, trasformandosi in una capsula del tempo che rispecchia la vita e gli interessi di un uomo che fu al centro della vita diplomatica e culturale italiana.

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Il museo della ceramica

All'interno dei confini eleganti di Villa Guariglia si trova il Museo della Ceramica Vietrese, un santuario che celebra la ricca eredità ceramica di Vietri sul Mare. Il percorso espositivo inizia nella Torretta e si estende al piano terra della residenza, dove i visitatori possono ammirare la raffinata collezione di ceramiche, che vanno dal XVII secolo fino alla seconda metà del '900. Questa collezione non è solo un'esposizione ma un viaggio attraverso la storia della ceramica, presentando pezzi religiosi e devozionali, come targhe votive e acquasantiere domestiche, oltre a una varietà di oggetti di uso quotidiano.

Particolare rilievo è dato al "periodo tedesco", un'epoca di rinnovamento artistico durante la quale ceramisti come Richard Dölker, Elle Schwarz, Irene Kowaliska e altri contribuirono a definire lo stile distintivo della ceramica vietrese. Il museo non si ferma al passato ma continua a crescere, con nuove acquisizioni che arricchiscono continuamente la sua offerta, come testimoniato dall'inaugurazione nel 2001 del settore dedicato alle "riggiole", che mostrano l'evoluzione delle mattonelle dal Settecento all'inizio del Novecento.

La passeggiata

La passeggiata a Raito si snoda come un percorso narrativo tra le pieghe nascoste di un borgo che custodisce la sua storia con discrezione. Ogni scalino, consumato dall'andirivieni silenzioso di generazioni, è un invito a proseguire nella scoperta di un luogo dove la modernità ha toccato solo la superficie.

Le abitazioni, alcune silenziose e altre abbracciate dalla vitalità dei colori della ceramica locale, stanno a guardia dei passaggi stretti e delle piazze raccolte. Queste ultime, simili a cortili del tempo, racchiudono la vita quotidiana come in un abbraccio protettivo, mentre le fontanelle sparse tra le strade offrono un benvenuto fresco, quasi come se ogni sorso d'acqua raccontasse la storia di chi, prima di te, si è fermato a rifocillarsi.

All'inizio del paese, la piazzetta Rigiuolo, un balcone naturale sul mondo: da qui, gli occhi possono spaziare senza barriere sulle acque calme del Golfo di Salerno. Non è raro trovare visitatori e locali che, assorti, ammirano il paesaggio o catturano con le loro fotocamere l'essenza di una vista che pare rimasta sospesa fuori dal tempo.

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In questa passeggiata, i dettagli architettonici parlano di una semplicità elegante. Gli archi, i ballatoi, i balconi e le finestre non sono solo elementi strutturali, ma pagine viventi di un racconto quotidiano che prosegue da secoli. Il passaggio sotto un balcone dove la biancheria si asciuga al sole diventa un momento di connessione con un ritmo di vita che rifiuta l'affanno.

Le "scalinatelle", che si dipanano in tutte le direzioni, sono una mappa tridimensionale che invita a lasciarsi guidare dall'istinto piuttosto che dalla destinazione. Camminare senza una meta precisa permette di imbattersi in angoli inaspettati dove l'arte della ceramica si manifesta in modi sorprendenti: piccole piastrelle che segnano l'ingresso delle dimore, numeri civici artistici, sedili di pietra trasformati in opere d'arte da motivi vivaci che celebrano la flora e la fauna mediterranea.

Raito è una tela dove ogni pennellata di vita quotidiana, ogni tessera di ceramica, ogni eco delle voci che riecheggiano tra le mura e le acque, si fonde in un'armonia che si può veramente comprendere solo camminando, osservando, e respirando la sua atmosfera unica. E così, il visitatore diventa per un momento parte di Raito, tessendo la propria presenza nel ricco tessuto di una comunità che sa ancora sorprendere e accogliere.

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